Oggi il PPI
Ieri abbiamo assistito al calo dell'inflazione Usa che é passata dal 2,8% al 2,4%, un calo superiore alle attese che vedevano un dato attestarsi al 2,6%. In questo contesto abbiamo visto anche un brusco calo delle quotazioni dell'azionario che ha visto un rientro dei prezzi all'interno dei range del giorno precedente, ricordiamo che é stato un giorno storico soprattutto per il Nasdaq che ha segnato la seconda performance giornaliera positiva piú importante della sua storia. Oggi potremmo assistere ad una chiusura dei mercati all'interno del range di mercoledí confermando allo stesso tempo i minimi settimanali come minimi importanti e la continuazione nel brevissimo termine del trend ribassista in atto da qualche settimana a questa parte.INFLAZIONE USA IN CALO. TAGLIO DEI TASSI IN ARRIVO?
Ancora presto per parlare di taglio dei tassi, le stime degli operatori al momento vedono le probabilitá di taglio dei tassi attorno al 35%, probabilitá che sono aumentate rispetto a qualche settimana fa, complice l'andamento generale dei mercati finanziari. L'inflazione in calo sicuramente spingerebbe la Fed a valutare un taglio dei tassi, soprattutto se ci sará un ulteriore conferma del rallentamento dei consumi e dell'economia rilevata sui prossimi dati dell'occupazione. Ieri le richieste di sussidi di disoccupazione hanno confermato la loro staticitá all'interno della forchetta 1850k-1900k, la situazione risulta quindi bloccata. Solamente un peggioramento netto di questo dato potrebbe effettivamente cambiare tutte le carte in tavola, altrimenti si dovrá aspettare un brusco calo dell'inflazione per la prossima rilevazione. I mercati giocano il loro ruolo fondamentale in questo contesto visto che al calo delle quotazioni abbiamo visto un aumento delle probabilitá dei tagli previste dagli operatori, al contempo quando si é palesato il forte rialzo di mercoledí le aspettative sono ovviamente calate. Quindi un altro fattore determinante saranno proprio i mercati finanziari.
SPREAD 2-10 ANNI USA IN AUMENTO
Aumenta ancora lo spread dei rendimenti tra il 2 e il 10 anni Usa, un parametro fondamentale nelle correlazioni relative a ipotetici tagli dei tassi. Solitamente infatti ad un aumento dello spread tra il 2 e il 10 anni Usa abbiamo visto storicamente un periodo di taglio dei tassi in Usa. Questo é dovuto principalmente al fatto che gli operatori tendono a comprare la scadenza breve, per l'appunto piú vicina ai tassi di interesse di riferimento, mentre tendono a comprare meno (o a vendere nel peggiore dei casi) la scadenza piú lunga portando la curva dei rendimenti in upward sloping, ossia con rendimenti brevi piú bassi rispetto a quelli lunghi. Al momento lo spread si trova a 60 punti base in fase ascendente, solamente un ritorno di questo parametro a ridosso dei 100 punti base andrebbe a confermare i tagli dei tassi in futuro.
DOLLARO DEBOLE
Sui mercati vediamo un dollaro fortemente indebolito e EurUsd portarsi a ridosso di 1,14, UsdJpy portarsi sotto i 144 mentre UsdChf a ridosso di 0,82. Dollaro molto debole, una condizione ottimale per il futuro del commercio internazionale che dovrá affrontare i dazi nella loro piena potenza nei prossimi 90 giorni. Un dollaro debole conviene anche agli Usa in quanto vanno a diminuire il valore reale del loro debito a lungo termine. A livello tecnico il mercato sta vendendo dollari da fine 2024 e ora sta confermando la tendenza. Facciamo attenzione alle possibili reazioni nel breve sui supporti e le resistenze di lungo periodo.
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