Il petrolio sta perdendo quasi il 2% oggi, dopo sei giorni di guadagni praticamente ininterrotti, sostenuti principalmente dalle crescenti tensioni geopolitiche in Medio Oriente. I forti cali odierni in Cina, dove il contratto CHN.cash sta perdendo quasi il 10% a causa della deludente mancanza di ulteriori comunicazioni sulle misure di stimolo economico e dell'assenza di un'escalation delle tensioni in Medio Oriente, hanno portato gli investitori a realizzare profitti.
La Cina ha indicato oggi di essere fiduciosa di "raggiungere gli obiettivi" di crescita economica, il che ha deluso in parte i mercati che nutrivano grandi aspettative sull'impatto dei pacchetti di stimolo sulle previsioni di performance. Di conseguenza, gli investitori stanno iniziando a riesaminare se lo "stimolo" solleverà seriamente la domanda di petrolio in Cina.
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Registrati per un conto reale PROVA UNA DEMO Scarica la app mobile Scarica la app mobileInoltre, nonostante le operazioni militari in corso tra Israele e Hezbollah, il mercato vede ancora solo limitate possibilità di un grande sconvolgimento in Medio Oriente (almeno non prima delle elezioni statunitensi). Di conseguenza, parte del premio geopolitico dopo il più grande rally del petrolio dal 2023 potrebbe evaporare, mentre la risposta militare di Israele a un attacco iraniano è stata rinviata a un futuro sconosciuto.
D'altra parte, un possibile supporto a breve termine per i prezzi del petrolio potrebbe provenire dall'uragano Milton, che è stato classificato come uragano di categoria 5 e potrebbe causare interruzioni temporanee della produzione nel Golfo del Messico. Gli investitori stanno attendendo il rapporto API di oggi, che stima un aumento delle scorte di petrolio di 1,9 milioni di barili.
Oggi il petrolio sta ritirandosi sotto gli 80 dollari al barile, ma la tendenza è ancora chiaramente al rialzo; un aumento sopra gli 80 dollari potrebbe aprire la strada a un altro slancio rialzista.
Fonte: xStation5
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