I prezzi del petrolio sono aumentati di oltre il 3% ieri, con il Brent a 73,12 dollari e il WTI a 69,16 dollari, principalmente a causa di significative interruzioni dell'offerta e delle crescenti tensioni geopolitiche. La reazione immediata del mercato è arrivata dopo la notizia della sospensione totale della produzione nel giacimento norvegese di Johan Sverdrup, il più grande campo petrolifero dell'Europa occidentale con una produzione di 755.000 barili al giorno, a causa di un’interruzione dell'alimentazione elettrica.
A complicare la situazione dell'offerta, il giacimento Tengiz in Kazakistan, gestito da Chevron, ha ridotto la produzione del 28-30% a causa di lavori di manutenzione su una caldaia di recupero di calore, con riparazioni che dovrebbero proseguire fino al 23 novembre. Queste interruzioni combinate hanno temporaneamente ridotto di quasi 1 milione di barili al giorno l’offerta globale.
Inizia ad investire oggi o prova un conto demo senza rischi
Registrati per un conto reale PROVA UNA DEMO Scarica la app mobile Scarica la app mobileLe raffinerie della costa del Golfo degli Stati Uniti stanno attualmente operando al più alto livello stagionale degli ultimi tre decenni, processando 9,31 milioni di barili al giorno. Questa intensa attività è sostenuta dalla forte domanda di prodotti raffinati da parte di Messico e Brasile, con esportazioni di prodotti statunitensi previste a 2,96 milioni di barili al giorno questo mese, il massimo degli ultimi sette anni. La domanda di esportazione elevata ha spinto i margini di raffinazione (spread 3-2-1) ai livelli più alti da agosto.
Il mercato sta rispondendo anche all’escalation delle tensioni nel conflitto tra Russia e Ucraina, poiché l'amministrazione Biden ha autorizzato l'Ucraina a usare armi statunitensi per attacchi in profondità sul territorio russo. Questo sviluppo ha aggiunto un premio di rischio geopolitico ai prezzi del petrolio, soprattutto dopo il più grande attacco aereo della Russia sull'Ucraina degli ultimi tre mesi.
Nel frattempo, grandi compagnie petrolifere come BP, Shell ed Equinor stanno tornando a investire nel settore tradizionale di petrolio e gas, ridimensionando i loro piani di transizione energetica a causa delle preoccupazioni sulla redditività delle energie rinnovabili. Questo cambiamento strategico avviene nonostante le previsioni dell'AIE di un picco della domanda di petrolio entro la fine del decennio e di un potenziale surplus di 1 milione di barili al giorno entro il 2025.
La struttura di mercato del WTI è passata in contango per la prima volta da febbraio 2024, in vista della scadenza del contratto di dicembre, segnalando preoccupazioni per un eccesso di offerta nel breve termine, nonostante le attuali interruzioni di fornitura. Questo sviluppo tecnico, insieme a un allargamento dello spread Brent-WTI, indica una complessità di fondo nel mercato, mentre i trader bilanciano le limitazioni immediate dell’offerta con le incertezze sulla domanda a lungo termine.
PETROLIO (Intervallo D1)
Il petrolio scambia vicino a una resistenza chiave al livello di ritracciamento di Fibonacci del 23,6%. L’RSI mostra una graduale divergenza rialzista, mentre il MACD si avvicina a un potenziale segnale di acquisto. I rialzisti puntano a testare di nuovo la SMA a 50 giorni a 74,04 dollari, mentre i ribassisti si concentrano sui minimi di settembre. Fonte: xStation
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