Gli indici cinesi hanno registrato un'altra ondata di ribassi, con il benchmark CHN.cash in ribasso del 3,3%. Il benchmark si è avvicinato al minimo del panico del 2022 a 5000 punti, già visto nel 2009. Il ritiro delle azioni quotate a Hong Kong ha spinto il calo sull’indice della Cina continentale al livello più alto degli ultimi quindici anni. Gli investitori temono che questo sia un segno del "cambiamento" dei capitali di investimento esteri che sono affluiti nelle società quotate a Hong Kong nel corso degli anni. La Banca popolare cinese (PBoC) ha mantenuto ancora una volta invariati i tassi di interesse a breve e a lungo termine, rispettivamente al 3,45% e al 4,25%. Gli investitori hanno percepito la decisione della PBoC come deludente, poiché l'economia cinese è alle prese con una serie di problemi tra cui la deflazione, che secondo gli analisti di Bloomberg potrebbe durare fino alla metà del 2024.
- Con l'atteggiamento “restrittivo” della banca centrale che persiste negli ultimi cinque mesi, il mercato teme che una quantità significativa di strumenti di debito possa causare un crollo delle società cinesi legate al settore immobiliare indebitate. Gli analisti di UBS hanno suggerito che i modesti rialzi derivanti finora dall'allentamento della politica della Banca popolare cinese sono già stati scontati e che sono necessari programmi più forti per rilanciare gli indici. Nel frattempo, non vi è alcuna azione del genere prevista da parte delle autorità cinesi;
- Un indice a piccola capitalizzazione, il CSI 500, particolarmente sensibile alle preoccupazioni del debito e del mercato immobiliare, è sceso oggi di oltre il 3%. La sessione asiatica è stata ancora una volta guidata dal settore dello sviluppo immobiliare, che potrebbe rivelarsi sistematicamente vulnerabile a livelli di tassi di interesse più elevati, con una domanda dormiente e una quantità significativa di debito.
- Gli investimenti esteri in azioni cinesi, nel 2023, sono stati i più bassi dal 2009, e il clima degli investimenti sta diventando un motivo sempre più popolare per ridurre l’esposizione verso la Cina. Le azioni di China Resources Land sono scese di quasi il 10%. Anche il settore tecnologico ha registrato performance deludenti, con Tencent e Alibaba in forte calo. Anche le azioni normative sono state recentemente discutibili, dopo che la più grande società di intermediazione cinese, Citc, ha vietato le vendite allo scoperto e aumentato le soglie per gli investitori istituzionali. Il mercato ha percepito la decisione come un'ulteriore prova di debolezza e come un tentativo di contenere i ribassi.
Osservando il grafico settimanale dei futures sull'Hang Seng, vediamo una potenziale formazione a doppio minimo che si forma al livello psicologico di 5000 punti. Abbiamo visto una situazione simile al livello di 8500 punti nel 2019-2021. Poi, nonostante un rimbalzo iniziale da 8500 punti, la formazione è stata annullata ed è seguita un'ondata discendente. Se la situazione dovesse ripetersi non è escluso un rialzo fino a quota 6000 punti. Se questo impulso dovesse spegnersi nuovamente, un'onda ribassista potrebbe potenzialmente portare l'indice anche in prossimità dei 2500 punti. Nello scenario di un rimbalzo “a sorpresa” degli indici cinesi nel 2024, anche il livello di 7000 punti, dove vediamo il 23,6% del ritracciamento di Fibonacci dell'onda ribassista del 2018, potrebbe rivelarsi fondamentale da tenere d'occhio. Vale anche la pena notare che il 2018 è stato un periodo in cui il conflitto tra Washington e Pechino ha cominciato ad intensificarsi ed è stato osservato sempre più da vicino dal mercato.Fonte: xStation5Fonte: xStation5
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