PIL a 1,7% vs 2,1% della stima di Dicembre
Disoccupazione a 4,4% vs 4,3% della stima di Dicembre
Inflazione PCE a 2,7% vs 2,5% della stima di Dicembre
Inflazione Core PCE a 2,8% vs 2,5% della stima di Dicembre
Fed Fund Rates (tassi mediani) 3,9% vs 3,9% della stima di Dicembre
In sostanza la Fed prevede un leggero peggioramento del Pil, un leggero aumento della disoccupazione e un'inflazione in aumento con una politica sui tassi che di fatto non cambia per l'anno in corso. Powell rimane ottimista per quanto riguarda il mercato del lavoro che viene definito un ambiente "low hire, low fire", ossia un disoccupato in cerca di lavoro aspetta piú tempo rispetto a prima ma allo stesso tempo si licenzia poco, pertanto il mercato del lavoro é "in balance", ossia ben bilanciato. Per quanto riguarda l'inflazione si attende l'effetto dei dazi e delle politiche che rappresentano un elemento di incertezza ma che di fatto al momento non puó ancora incidere sugli attuali numeri presentati nelle proiezioni. I tassi rimarranno quindi fermi ai livelli attuali se necessario e verranno ritoccati solo ed esclusivamente a fronte di un peggioramento della situazione macroecomica.
IL COMMENTO DI DAVID PASCUCCI (ANALISTA DEI MERCATI PER XTB)
Le stime del GdpNow delle ultime settimane sembrano essere state assecondate dalle proiezioni economiche della Fed che vedono per l'appunto una diminuzione del Pil per quest'anno. RIguardo la disoccupazione bisognerá vedere come una diminuzione del Pil coincide con una disoccupazione bassa, inoltre i dati relativi al mercato del lavoro, specie quelli recenti, evidenziano dei peggioramenti meritevoli di attenzione in quanto tendenziali ai dati. Un esempio viene dal tasso di disoccupazione U6 che di fatto registra l'aumento piú importante dal post-pandemia passando dal 7,5% all'8%. Inoltre risultano importanti anche le richieste di sussidi di disoccupazione che di fatto rimangono relativamente elevate mentre il report Challenger registra dei tagli record. Attenzione massima sui dati del mercato del lavoro che potrebbero di fatto cambiare radicalmente queste proiezioni e soprattutto il sentimenti degli operatori circa la possibilitá di vedere ulteriori tagli dei tassi che al momento risultano propense per "pochi tagli" rispetto a quelli che si potrebbero attendere dall'attuale quadro macroeconomico.
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