Come funziona la tassazione delle criptovalute in Italia
Lo scorso 28 dicembre 2024 è stata approvata anche dal Senato, senza apportare modifiche, la Legge di bilancio per l’anno 2025, la quale è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 31 dicembre 2024 con il nome di Legge numero 207 “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027”, in vigore dal giorno 1 gennaio 2025.
Tra le numerose novità presentate dalla Legge 207/2024, ai commi da 23 a 29 dell’articolo 1, ci sono diverse disposizioni che riguardano le criptovalute, o per meglio dire, le cripto-attività, secondo l’espressione più generica utilizzata dal legislatore.
La nuova tassazione delle criptovalute per l’anno 2025 e 2026
A partire dal 2025, la Legge di bilancio introduce importanti modifiche nella tassazione delle cripto-attività, con un regime transitorio che si stabilizzerà dal 2026. Ecco le principali novità:
- Tassazione fino al 2024: imposta sostitutiva del 26% e soglia di non imponibilità di 2.000 euro nel periodo di imposta.
- Tassazione 2025 (transitoria): imposta sostitutiva del 26%, senza soglia di non imponibilità.
- Tassazione dal 2026 (a regime): imposta sostitutiva del 33%, senza soglia di non imponibilità.
Riepilogo tassazione delle criptovalute in Italia fino al 2026. Fonte: Team di Ricerca di XTB
Con l'eliminazione della soglia di 2.000 euro, tutte le plusvalenze derivanti dalla cessione di cripto-attività, anche quelle di importo modesto, saranno soggette a tassazione.
Come funzionano le nuove imposte per le crypto-attività
La Legge di bilancio per l’anno 2025 prevede una nuova rivalutazione delle cripto-attività. I contribuenti potranno assumere, ai fini del calcolo delle plusvalenze, il valore delle cripto-attività al 1° gennaio 2025, anziché il valore di acquisto. La rivalutazione, che sarà onerosa, prevede un’imposta sostitutiva del 18%, da versare entro il 30 novembre 2025 in una o più rate, fino a un massimo di tre. Tuttavia, sulle rate successive alla prima, si applicherà un tasso di interesse del 3% annuo.
Per quanto riguarda la tassazione delle plusvalenze derivanti dalle criptovalute, questa avviene con un’imposta sostitutiva del 26%. Tuttavia, a partire dal 1° gennaio 2026, l'aliquota aumenterà al 33%. Esiste anche un’imposta alternativa sul portafoglio, che prevede un’aliquota del 14% sul valore degli asset cripto detenuti al 1° gennaio, come base di costo, anziché applicare l’imposta sulle plusvalenze. Il pagamento può avvenire in un'unica soluzione entro il 30 giugno o in tre rate annuali di pari importo.
Inoltre, se le criptovalute sono detenute presso un intermediario italiano, è prevista un’imposta di bollo dello 0,2% sul valore del portafoglio, mentre se sono detenute presso un intermediario estero o in modalità auto-custode, si applica un’imposta patrimoniale dello 0,2% annuo, calcolata sul valore del portafoglio al 31 dicembre.
Come calcolare i guadagni e le perdite in criptovalute
Per calcolare i guadagni o le perdite derivanti dalle criptovalute, occorre determinare la base di costo, che è l’importo pagato per acquistare la criptovaluta. Nel caso di swap o altre cessioni senza vendita, si utilizza il valore di mercato nel giorno della cessione. Se si sceglie l’imposta alternativa sul portafoglio, il calcolo si basa sul valore degli asset cripto detenuti al 1° gennaio dell’anno successivo.
Le perdite derivanti dal trading di criptovalute possono essere dedotte dai profitti e riportate fino a cinque anni. Tuttavia, l’Agenzia delle Entrate non ha ancora fornito indicazioni chiare sulla possibilità di dedurre le criptovalute perse a causa di truffe o hacking.
Per maggiori informazioni sulla tassazione delle criptovalute in Italia consulta il sito ufficiale
CFD come alternativa al trading diretto su criptovalute
I Contratti per Differenza (CFD) offrono un'alternativa al trading diretto di criptovalute. Invece di possedere direttamente le criptovalute, gli investitori speculano sulle loro fluttuazioni di prezzo. Tuttavia, i CFD sono strumenti intrinsecamente ad alto rischio e gli individui dovrebbero valutare attentamente le proprie competenze ed esperienze prima di intraprendere il trading di CFD.
Nel contesto fiscale, i CFD presentano una differenza importante rispetto alle criptovalute. Mentre le criptovalute sono trattate come asset digitali e soggette a una specifica normativa fiscale, i CFD sono considerati contratti derivati e non beni. Pertanto, non si applica la stessa tassazione prevista per le criptovalute. In particolare, con i CFD, solo i profitti realizzati dalle operazioni sono soggetti a tassazione. La tassazione è applicata esclusivamente sui guadagni ottenuti, anziché sul valore complessivo dell'investimento.
Vantaggi:
- Leva: possibilità di utilizzare la leva per aumentare i guadagni (ma anche le perdite).
- Nessun possesso fisico: non è necessario acquistare e custodire criptovalute.
- Diversificazione: si possono negoziare più criptovalute con lo stesso strumento.
Svantaggi:
- Rischi elevati: l’utilizzo della leva amplifica sia i guadagni che le perdite.
- Costi aggiuntivi: spesso sono previsti costi per mantenere le posizioni aperte a lungo termine.
- Non idoneo per tutti: richiede una buona comprensione del mercato e delle sue dinamiche.
Come investire in CFD su criptovalute con XTB
Se vuoi diversificare i tuoi investimenti nel mercato delle criptovalute, XTB mette a disposizione una piattaforma avanzata con accesso a CFD su Bitcoin, Coinbase e altre crypto. Nella sezione "CRT" della piattaforma, è disponibile un’ampia gamma di CFD su criptovalute, che permettono di speculare sui movimenti di prezzo senza possedere direttamente gli asset. I CFD sono negoziati con leva 1:2, quindi è necessario solo il 50% del capitale per aprire una posizione, ma la leva amplifica sia i guadagni che le perdite, aumentando il rischio. Inoltre, le operazioni prevedono una commissione swap per il mantenimento della posizione.
Grazie alla possibilità di operare al rialzo e al ribasso, i CFD su criptovalute sono adatti a strategie di breve e medio termine. Tuttavia, trattandosi di strumenti complessi e rischiosi, è fondamentale gestire con attenzione il rischio e valutare se siano adatti al proprio profilo di investitore.
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