- Le azioni asiatiche sono salite dopo che i dati sull'inflazione PCE più deboli negli Stati Uniti hanno ravvivato le speranze di un allentamento delle politiche monetarie. L'indice MSCI Asia-Pacifico escluso il Giappone è aumentato dello 0,3%, con la Corea del Sud in rialzo dell'1,3% e Taiwan che ha registrato un balzo del 2,6%. Il Nikkei giapponese ha guadagnato l'1,2%, sostenuto da notizie su potenziali trattative di fusione tra Honda e Nissan, con l'obiettivo di concludere l'accordo entro giugno 2025.
- I mercati emergenti hanno subito significative fuoriuscite di capitali la scorsa settimana, con fondi obbligazionari che hanno perso 1,5 miliardi di dollari e fondi azionari che hanno visto deflussi per 4,6 miliardi di dollari. I fondi in valuta forte hanno guidato i deflussi obbligazionari con 1 miliardo di dollari, mentre gli ETF hanno dominato i deflussi azionari con 3,1 miliardi di dollari. Dall'inizio dell'anno, i deflussi ammontano a 28,2 miliardi di dollari per le obbligazioni e 30,3 miliardi di dollari per le azioni.
- A Singapore, l'inflazione core è scesa all'1,9% a novembre, il livello più basso da novembre 2021 e inferiore alle aspettative del 2,1%. La lettura più contenuta dell'inflazione potrebbe lasciare spazio per un allentamento della politica monetaria, sebbene gli analisti suggeriscano che l'Autorità Monetaria di Singapore (MAS) potrebbe attendere fino alla fine del 2025, data l'incertezza legata alle politiche del presidente Trump.
- Honda e Nissan stanno finalizzando i termini della fusione entro giugno 2025, con Mitsubishi Motors che valuta la possibilità di unirsi all'accordo. L'operazione potrebbe creare il terzo maggiore produttore automobilistico mondiale, mentre entrambe le aziende cercano di affrontare il calo delle vendite all'estero e le sfide del mercato dei veicoli elettrici.
- Il dollaro si è mantenuto vicino ai massimi di due anni dopo il ritracciamento di venerdì sui dati PCE più deboli. La maggior parte delle valute asiatiche è rimasta sotto pressione, con USD/JPY a 156,59 e USD/CNY che ha raggiunto i massimi di un anno. La rupia indiana si è stabilizzata dopo aver toccato minimi record sopra quota 85 la scorsa settimana, mentre il dollaro di Singapore è rimasto stabile in attesa dei dati sull'inflazione.
- I prezzi del petrolio sono saliti leggermente con il Brent a 73,29 dollari e il WTI a 69,86 dollari, sebbene i guadagni siano stati limitati dalle preoccupazioni per un surplus di offerta. Sinopec prevede che il consumo cinese raggiungerà il picco nel 2027, mentre Macquarie stima prezzi medi più bassi per il Brent a 70,50 dollari nel 2025. Il gasdotto Druzhba ha ripreso le operazioni dopo problemi tecnici, alleviando le preoccupazioni per l'approvvigionamento europeo.
- L'oro ha recuperato leggermente a 2.626 dollari dopo un calo dell'1% della scorsa settimana, influenzato dall'atteggiamento restrittivo della Fed e dalla forza del dollaro. I mercati ora si aspettano due tagli dei tassi nel 2025, rispetto alle precedenti proiezioni, con il primo taglio previsto a giugno. L'argento è salito dello 0,6% a 30,137 dollari, mentre il platino ha guadagnato lo 0,8% raggiungendo i 940,15 dollari.
- Il Bitcoin ha subito il primo calo settimanale dall'elezione di Trump, scendendo di oltre il 7% a 94.344 dollari, poiché l'outlook restrittivo della Fed ha smorzato l'ottimismo sul mercato delle criptovalute. Il mercato più ampio delle criptovalute è diminuito di circa il 10%, sebbene gli analisti mantengano una prospettiva rialzista per il primo trimestre del 2025 nonostante la potenziale volatilità a breve termine. Ethereum attualmente scambia intorno ai 3.288 dollari.
- Il presidente eletto Trump ha provocato tensioni diplomatiche minacciando di riaffermare il controllo degli Stati Uniti sul Canale di Panama, citando tariffe di utilizzo eccessive. Le dichiarazioni hanno suscitato aspre critiche dal presidente panamense Mulino e sollevato preoccupazioni su potenziali cambiamenti nella politica estera degli Stati Uniti sotto l'amministrazione Trump.
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