Obbligazioni Giapponesi, rendimenti su nuovi massimi
Continua la negativitá in Giappone con il quinto giorno consecutivo in negativo per il Nikkei, questa volta accompagnato da ulteriori massimi sui rendimenti dei Jgb a 10 anni che toccano l'1,24% di rendimento, livello massimo dal 2011. Questa condizione é lo specchio di una Bank of Japan attendista che si ritrova con una condizione macroeconomica singolare da circa 35 anni e per questo motivo Ueda temporeggia prima di sferrare le giuste mosse per cercare di tenere l'inflazione su livelli sostenibili nel lungo periodo.
LA SINGOLARE SITUAZIONE GIAPPONESE
Come rimarcato nell'Outlook 2025, la situazione del Giappone é molto singolare nel suo genere. Da marzo 2022 il Giappone si ritrova con un'inflazione al di sopra del target del 2%, questo é il secondo periodo piú lungo nel quale il Giappone ha l'inflazione al di sopra o a ridosso del suo target dal 1990 da oggi, una grande occasione per la Bank of Japan per tentare di mantenere il tasso di inflazione nella sua condizione normale dopo anni di continui sali/scendi tra periodi di inflazione e delfazione. La singolaritá di questa situazione deriva principalmente dal fatto che in questo ultimo periodo, al contrario dei periodi precedenti, la BoJ ha alzato per la prima volta i tassi di interesse mentre nelle epoche precedenti, in corrispondenza di un picco di inflazione, la BoJ ha sempre tagliato i tassi. Questa condizione singolare é unica da circa 35 anni, pertanto di difficile gestione, motivo per cui in questo momento la BoJ risulta particolarmente attendista sia sul mercato obbligazionario che sul valutario. Nel grafico troviamo nella parte superiore l'inflazione, le zone in verde sono i periodi in cui l'inflazione era sopra il 2%, le zone in rosso i periodi di deflazione mentre nel grafico inferiore l'andamento dei tassi di interesse. Le linee verticali corrispondo ai picchi di inflazione, linee utili per capire come la BoJ si é mossa a livello storico sui tassi e come possiamo notare nell'ultimo periodo, la BoJ ha alzato i tassi, mossa nuova e dall'esito assolutamente incerto almeno a livello storico.
Andamento dell'inflazione giapponese in relazione ai tassi - Fonte:TradingView - Studio di David Pascucci (XTB)
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OBBLIGAZIONI ANCORA IN TENSIONE. SERVE TEMPO
A livello tecnico proseguono i trend dei rendimenti al rialzo sulla maggior parte dei titoli di Stato delle economie piú importanti al mondo. Osservando le dinamiche dei tassi a livello storico, si dovrebbe prospettare un rientro nel prossimo futuro, questo in linea teorica, ma al momento la situazione tecnica sembra essere alquanto chiara, ossia il mercato obbligazionario viene venduto. Per invertire questa tendenza tecnica serve tempo, servono giorni in cui si prova un'inversione e successivamente giornate che possano offrire una conferma di tipo tecnico. Nel frattempo la normalizzazione della curva dei rendimenti Usa prosegue con lo spread tra i benchmark 2-10 anni che rimane stabile a ridosso dei 40 punti base.
MERCATI AL TEST DEI MINIMI
Falliti i test dei massimi da parte del Nikkei e dei mercati europei, é il momento di vedere come si reagisce sui minimi di breve termine. Soprattutto in Usa abbiamo la situazione tecnica del Dow Jones che si ritrova per la prima volta con un trend discedente superiore alle due settimane consecutive, condizione tecnica che non vedevamo da ottobre 2023 e che rappresenta una palese fase di debolezza dell'indice. In questi primi giorni dell'anno abbiamo assistito a dinamiche tecniche di aggiustamento, dinamiche che ritroviamo su tutti gli asset, valutario compreso, pertanto ancora dobbiamo monitorare quelli che sono i dati in uscita come ad esempio il PPI di oggi pomeriggio, oppure l'inflazione Usa di domani e le richieste di sussidi di disoccupazione.
MODIFICHE AI DATI DEL MERCATO DEL LAVORO
Secondo l'ultimo bollettino del BLS sul tasso di disoccupazione e sui NFP, a partire dal prossimo dato in uscita il 7 febbraio relativo ai dati occupazionali di gennaio, il BLS comunica nuove metodologie di rilevazioni dei dati dell'Household Survey e dell'Establishment Survey che, secondo l'istituto di statistica americano, potrebbero essere divergenti rispetto all'andamento dei dati visti nel corso dei mesi antecedenti dicembre. Facciamo moltissima attenzione a questi "nuovi" dati che potrebbero riservare sorprese lato tasso di disoccupazione. Ricordiamo in tal merito come nell'Outlook 2025 si parlava proprio del mercato del lavoro Usa come driver per il 2025.
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