- Il Nikkei ha perso lo 0,6%, il Kospi lo 0,2% e l'S&P/ASX 200 ha guadagnato lo 0,4%. Gli indici dalla Cina sono saliti fino allo 0,8%
- Martedì le azioni asiatiche hanno subito una pressione al ribasso, a seguito dei guadagni marginali delle azioni di Wall Street prima della festività del 4 luglio
- L'S&P 500 è salito dello 0,1% in una seduta abbreviata lunedì, mentre il Nasdaq 100 è salito dello 0,2%, in coincidenza con un rallentamento dei dati sulla produzione
- Lo yuan offshore ha visto un leggero aumento dopo che la People's Bank of China ha alzato il tasso di riferimento giornaliero a un livello superiore al previsto nel tentativo di stabilizzare la valuta. Anche lo yen è salito
- I rendimenti dei titoli di Stato statunitensi a tre anni sono aumentati di quattro punti base a circa il 4%
- La RBA ha deciso di lasciare invariati i tassi di interesse, citando l'incertezza nelle prospettive economiche e mantenendo un tasso del 4,1%
- La RBA ha affermato che potrebbe essere necessario un ulteriore cambiamento della politica monetaria e che tassi di interesse più elevati stanno contribuendo a raggiungere un'offerta e una domanda più equilibrate nell'economia
- La RBA prevede che l'economia continui a crescere mentre l'inflazione ritorna nel target range del 2-3%
- Il dollaro australiano è sceso in seguito alla decisione della RBA di mettere in pausa le variazioni dei tassi di interesse. I prezzi di mercato prima della decisione indicavano circa il 63% di probabilità di non cambiare
- Le criptovalute sono in ribasso: Bitcoin scende dello 0,4%, Ethereum dello 0,1%
- Scambi di materie prime energetiche contrastanti: il petrolio è stabile mentre i prezzi del gas naturale negli Stati Uniti scendono dello 0,2%
- I metalli preziosi sono oggi in rialzo: oro, argento e platino sono in aumento di circa lo 0,1%, mentre il palladio è in rialzo dell'1,2%
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Lo yen giapponese rimane in forte tendenza al ribasso. La coppia di valute USDJPY sta salendo a un livello di 144,6 punti, nonostante le dichiarazioni dei politici giapponesi sulla possibilità di un intervento valutario in caso di eccessivo deprezzamento della valuta. L'ultimo intervento della Bank of Japan (BoJ) è avvenuto alla fine dello scorso anno, quando l'USD/JPY è salito a un livello superiore a 150 punti.
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