PROVE DI RECUPERO E RIENTRO DEL VIX
Giá da venerdí scorso si poteva prospettare una fase di recupero per la settimana attuale, una fase di recupero messa fortemente in dubbio dal ribasso visto ieri su tutti gli indici azionari globali. Il pomeriggio di ieri é stato caratterizzato dal recupero di tutti gli indici azionari, in special modo Nasdaq e Nikkei, i piú colpiti dallo tsunami ribassista. A favore di un possibile recupero dei mercati c'é il probabile rientro della volatilitá che, dopo i livelli estremi visti nella giornata di ieri, potrebbe rientrare su livelli piú bassi e poter avviare una fase di recupero che non necessariamente comporta un cambiamento dell'attuale trend ribassita che si sta formando sui timeframe lunghi. Attenzione, ricordiamo che le condizioni attuali del mercato vedono effettivamente la formazione di un bear market, ossia un mercato ribassista che ha come elemento peculiare proprio l'aumento della volatilitá generale dei mercati. A favore dell'aumento della volatilitá per le prossime settimane, ci viene in soccorso una statistica secondo cui il Vix non tornava in area 48 da ben 53 mesi, record infranto ieri e che non si vedeva dal 2015-2018 quando il Vix fece 48 mesi consecutivi al di sotto del livello 48, un vero e proprio record. Al momento la situazione macro sottostante é completamente diversa rispetto a quella del 2015-1028 quando l'economia si presentava con i tassi a zero e un'inflazione sotto i target. Al momento la condizione macro sembra favorevole ad un proseguimento del periodo di alta volatilitá.
PROSPETTIVE SUI TASSI
Cambiano di continuo le prospettive sui futuri tagli dei tassi. Secondo il FedWatch Tool vediamo una probabilitá vicina al 75% per un taglio dello 0,5% a settembre, ipotesi che fino a qualche settimana fa era praticamente impensabile. A favore di questo abbiamo ovviamente il peggioramento palese del quadro macroeconomico, soprattutto quello del lavoro Usa. Ultimamente si parla molto di mercato del lavoro, della regola di Sahm e di come si stia mettendo in dubbio questo peggioramento. In realtá, i piú attenti alle dinamiche macroeconomiche, stanno notando un peggioramento di questi numeri da oltre 1 annio, da quando il tasso di disoccupazione si trovava al 3,5% a maggio 2023, oppure da quando sono iniziate le revisioni dei Nonfarm Payrolls, arrivate ore a 14 revisioni negative su 17 dati a disposizione che corrispondono ad un impatto negativo pari a 642000 posti di lavoro. Inoltre non scordiamoci delle richieste continue di sussidi di disoccupazione in aumento considerevole, dei dati ISM sull'occupazione del settore manifatturiero che si trovano ai minimi dal 2008, insomma i dati sono parecchi e chi svolge quella che viene definita l'analisi global macro, sa benissimo che la situazione di certo non sta migliorando.
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