FED VERSO UN TAGLIO DA 0,5%?
Cambiano di continuo le stime del FedWatch Tool, ossia il sondaggio promosso dal CME dove si intervistano gli operatori professionali del mercato dei futures e opzioni piú grande al mondo, sondaggio che di fatto vede i risultati cambiare continuamente e che sta spiazzando le stime degli operatori. Al momento vediamo un 59% di probabilitá di un taglio dei tassi dello 0,5%, mentre un un 41% prevede un taglio solamente dello 0,25%. L'ipotesi dei tassi fermi é oramai da tempo esclusa, il taglio dei tassi é una certezza, ora il taglio aggressivo diventa piú probabile. Da segnalare il fatto che nelle recenti settimane abbiamo visto l'aumento delle stime del taglio da 0,5% aumentare rispetto al taglio dello 0,25% in occasione dell'uscita del dato sul tasso di disoccupazione Usa e in occasione dell'uscita dell'inflazione Usa. L'ultima stima che vediamo é uscita dopo la decisione del taglio dei tassi Bce, un taglio particolarmente aggressivo che ha visto la particolaritá di un avvicinamento tra tasso sui depositi e tasso di rifinanziamento principale, riduzione che abbiamo visto l'ultima volta (in un ciclo di taglio di tassi) solamente nell'ottobre del 2008, subito dopo il fallimento di Lehman Brothers. Il mercato del lavoro é palesemente in deterioramento e questo potrebbe portare la Fed a compiere dei tagli aggressivi anche nel corso delle prossime riunioni di politica monetaria. Solamente un miglioramento del mercato del lavoro, evento statisticamente improbabile, potrebbe frenare un ciclo di taglio dei tassi ma al momento la strada del tasso di disoccupazione sembra segnata e nulla si puó fare al momento se non attendere i prossimi dati.
Stime del FedWatch Tool di lunedí in pre-market europeo - Fonte: CMEGroup - FedWatchTool
BANK OF ENGLAND E BANK OF JAPAN QUESTA SETTIMANA
Le stime per la Bank of England vedono tassi invariati al 5%, una decisione che sembra azzardata considerando i numeri attuali e le tendenze dell'economia Uk. L'andamento dell'economia Uk risultano essere un mix tra Europa e Usa con il tasso di disoccupazione tendenzialmente basso ma in via di peggioramento al 4,1% e un'inflazione molto vicina al target di inflazione come l'Europa al 2,2%. Tenere i tassi fermi significa mantenere questa tendenza, con l'unico problema che il tasso di interesse é relativamente elevato rispetto alla sua inflazione, una differenza che a livello macroeconomico dovrebbe tendere verso lo 0%, ossia tassi e inflazione nel lungo termine dovrebbero coincidere per avere un'economia in pieno equilibrio. Il tasso di disoccupazione in Uk é al 4,1%, un tasso di disoccupazione che scende dal 4,4% di maggio e che per la seconda volta vede una piccola ondata ribassista che risulta alquanto insolita a livello storico. Per quanto riguarda la Bank of Japan rientra l'allarme Yen grazie al forte apprezzamento della valuta domestica nei confronti del dollaro Usa dopo i molteplici interventi a partire dal 2022 e dopo l'aumento recente dei tassi portati allo 0,25%, evento storico per la BoJ che non toccava i tassi dalla crisi dei mutui subprime. Al momento é lo Yen che guida le decisioni di politica monetaria di Ueda, grazie all'apprezzamento di circa un 13% rispetto al dollaro a partire da luglio. Anche per la BoJ si attendono tassi fermi per questa riunione
APPUNTO TECNICO
I mercati azionari risultano essere fortemente volatili, privi di una direzionalitá chiara. Questa situazione rimanda al 2022 quando i mercati si trovarono ad affrontare una situazione di alta volatilitá che caratterizzó praticamente tutti i 12 mesi dell'anno fino al rientro della stessa solamente alla fine di Q1 2023. Al momento vediamo anche una situazione particolare con l'oro che continua a macinare massimi in un trend chiaramente rialzista e che sembra non avere sosta. Il petrolio scende rovinosamente sotto quota 70$ andando a segnare nuovi minimi da giugno 2023 in area 66$ configurando un trend particolarmente ribassista che é preludio di un periodo recessivo. Al momento i mercati attendono con ansia la Fed e la sua decisione che potrebbe essere motivo di ulteriore volatilitá sui mercati.
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