FINE DEL RIMBALZO?
Nelle ultime settimane abbiamo assistito a forti rimbalzi da parte di tutti i mercati azionari, in special modo da quegli indici che avevano registrato le performance peggiori come ad esempio Nasdaq e Nikkei. Recuperi forti che hanno riportato le quotazioni a ridosso dei massimi settimanali e che di fatto ora potrebbero vedere la loro fine in quanto ci troviamo su aree di test molto importanti in una fase ad alta volatilitá. Il rientro della volatiltá richiede molto tempo e dopo l'esplosione della stessa a inizio mese non é verosimile pensare che le oscillazioni possano tornare quelle di qualche mese fa. Ieri abbiamo assistito infatti ad un forte ribasso degli indici americani, in special modo del Nasdaq che dopo aver toccato i massimi delle settimane di fine luglio e inizio agosto, ha registrato una performance negativa di oltre del -2,4% dai massimi, un ribasso molto consistente che manifesta pienamente la fase di alta volatilitá dei mercati. Al momento una chiusura settimanale su questi livelli, su tutti i mercati, potrebbe porre un freno al rimbalzo e allo stesso tempo fare da premessa a quella che potrebbe essere una settimana prossima negativa in vista delle chiusure mensili che al momento sono statisticamente eccezionali in termini di recupero. L'esempio plateale arriva dal Nikkei che presenta una fase di recupero di oltre il 20%, una situazione tecnica mai vista negli ultimi anni e che potrebbe quindi vedere un rientro dei prezzi proprio al di sotto dei livelli attuali per la chiusura del mese di agosto. Attenzione quindi a ció che potrebbe succedere prossima settimana.
POWELL ATTESO A JACKSON HOLE
In moltissimi attendono Powell a Jackson Hole, soprattutto per via di un possibile aumento di volatilitá che questo evento potrebbe portare sui mercati. Powell é atteso per le 16:00, quindi inizierá a parlare dopo circa 30 minuti dall'apertura del cash Usa. Cosa si attendono gli operatori da Powell? Semplice, anticipazioni circa il futuro taglio dei tassi. Il taglio dei tassi da parte della Fed é un evento oramai scontato, anche il FedWatch Tool conferma almeno un taglio dei tassi in quanto le probabilitá dei tassi fermi sono allo 0%, la possibilitá é letteralmente sparita dal calcolo statistico. Secondo quanto visto dalle minute del Fomc e dalle recenti conferenze di Powell, ci si aspetta il suo classico "strong and resilient" ("forte e resiliente") riferito all'economia Usa, una dichiarazione che si rispecchia perfettamente con i numeri recenti ma che di fatto va in estrema contraddizione con l'andamento di questi numeri. Come é vero che un tasso di disoccupazione al 4,3% é basso, possiamo dire che lo stesso é in forte aumento da piú di un anno e che l'indicatore di recessione della regola di Sahm ci dice infatti che siamo in recessione. Le revisioni dei NFP sono state ben 14 sugli ultimi 17 dati, tutte revisioni in negativo che hanno "bruciato" oltre 600.000 posti di lavoro, per non parlare del calcolo dell'inflazione che secondo il Bls si trova al 2,9% mentre per organi indipendenti come Truflation, che utilizza un campione statistico ben piú ampio del Bls, la stessa si trova a circa il 1,38%, ben al di sotto del target stabilito dalla Fed. Un Powell quindi molto conservativo, poco proiettato sull'andamento dei numeri e tendenzialmente ottimista quando l'andamento degli stessi numeri dice altro, gli Usa si stanno palesemente indebolendo.
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