Il calo dell’inflazione core alimenta le scommesse sui tagli dei tassi della Fed
Il rapporto CPI di oggi ha offerto un’altra sorpresa al ribasso, in linea con i dati sull’indice dei prezzi alla produzione di ieri. L’indice CPI generale è aumentato in linea con le aspettative, raggiungendo il 2,9% su base annua e lo 0,4% su base mensile, ma le misure del core CPI sono risultate inferiori alle previsioni e alla lettura precedente. L'inflazione core è scesa al 3,2% su base annua dal 3,3% precedente, mentre il dato mensile ha mostrato un aumento dello 0,2% rispetto allo 0,3% previsto. L’inflazione core è un indicatore chiave per la Federal Reserve, poiché esclude le componenti più volatili, come i prezzi dell’energia e degli alimenti.
L’aumento del CPI generale è principalmente attribuibile al ridotto impatto negativo dei prezzi del carburante. Negli ultimi mesi, i prezzi del carburante e delle automobili hanno esercitato una pressione al ribasso sull’inflazione. Tuttavia, questo contributo negativo è ormai minimo. È possibile che già a gennaio si possa osservare un contributo positivo dai prezzi del carburante. D’altra parte, è importante ricordare che ciò è legato alla volatilità dei prezzi delle materie prime.
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L’impatto negativo dei prezzi del carburante e delle automobili è ormai marginale. D’altro canto, continuiamo a vedere un impatto in diminuzione dell’inflazione rifugio, che sta contribuendo a contenere l’inflazione core. Fonte: Bloomberg Finance LP, XTB
Un elemento positivo è il calo dell'inflazione nei servizi, inclusi gli alloggi. Naturalmente, entrambe queste misure rimangono molto elevate rispetto ai livelli del periodo 2010-2020, che si attestavano intorno al 2%. Inoltre, il forte aumento dell'indice dei prezzi del report ISM sui servizi solleva preoccupazioni su una possibile recrudescenza dell'inflazione nel breve termine. Fonte: Bloomberg Finance LP, XTB.
Reazione del mercato
Il mercato reagisce con un notevole entusiasmo. L'EURUSD sta salendo e testando il livello di 1,0350, nonostante la coppia fosse scesa sotto 1,0200 all'inizio di questa settimana. Ciò è dovuto alla previsione di un intero taglio dei tassi nella prima metà di quest'anno, mentre in precedenza il mercato prevedeva il primo taglio solo per settembre. Oltre a un taglio nella prima metà dell'anno, il mercato sta ora valutando un altro taglio entro la fine dell'anno con una probabilità del 50%. Tuttavia, nel breve termine, l'inflazione potrebbe rivelarsi molto volatile, data l'influenza dei prezzi di energia e alimenti, che potrebbero dipendere fortemente dalle future politiche di Trump.
L'US500 rimbalza di oltre l'1% oggi, poco prima dell'apertura della sessione cash. Questo rappresenta il terzo potenziale giorno di guadagni per il contratto futures dell'indice. Inoltre, si sta registrando il maggiore aumento dei prezzi delle obbligazioni da molto tempo a questa parte. L'US500 si sta avvicinando al livello di 6.000 punti, ma prima deve superare in modo deciso la linea di tendenza discendente e il livello di ritracciamento di Fibonacci al 38,2%. Fonte: xStation5
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