INFLAZIONE EUROPA SOTTO IL 2%
Sono usciti ieri i dati pessimi dell'inflazione in Germania e in Italia, dati al di sotto delle stime cosí come la scorsa settimana abbiamo visto scendere pesantemente anche le inflazioni di Francia e Spagna. Questi 4 paesi, che insieme fanno il "grosso" dell'inflazione europea, hanno visto un calo generalizzato del tasso di inflazione indice del fatto che il rallentamento dell'economia europea é probabilmente in atto. Oggi cambiano infatti le stime sull'inflazione in Europa, dato in uscita alle 11:00 e che fino a ieri era previsto al 2%, stima rivista dopo l'uscita dei dati di Germania e Italia e che ora si attesta a 1,9%. Al momento quindi l'inflazione é prevista scendere al di sotto del target del 2%, una condizione da tenere sotto stretta osservazione soprattutto in ottica futura in quanto un calo dell'inflazione sta a significare un calo della domanda interna e un rallentamento economico.
TASSI EUROPEI TROPPO ALTI PER TROPPO TEMPO?
Osservando i grafici relativi a tassi di interesse e inflazione, possiamo notare come nei precedenti casi in cui l'inflazione ha raggiunto il suo picco, prima nel 2001, poi nel 2008, abbiamo visto una riduzione repentina dei tassi di interesse. Questo é dovuto principalmente al fatto che un aumento dell'inflazione accompagnato da un aumento dei tassi di interesse spinge poi l'inflazione a ritornare sul suo normale andamento preferibilmente a ridosso del 2%. Nella storia recente, come vediamo nel grafico dove é evidenziato con una linea verde verticale il picco dell'inflazione, i tassi di interesse sono stati alzati anche quando l'inflazione aveva giá raggiunto il suo picco. Questa condizione, ancora tutta da verificare, potrebbe significare che l'inflazione recente é stata spinta da uno shock dal lato dell'offerta, ossia la mancanza di offerta a paritá di domanda ha spinto i prezzi al rialzo portando ad un netto calo della domanda di beni che ha riportato repentinamente l'inflazione verso il basso. Questa condizione avrebbe previsto idealmente uno stop sull'aumento dei tassi e il rientro dell'inflazione, invece abbiamo visto (vedere i riguardi rossi) un aumento dei tassi che ha spinto di fatto l'inflazione molto in basso. Questa condizione necessita molta attenzione in quanto la spinta dei tassi alti, che stiamo ancora subendo per via dei tempi lunghi di trasmissione delle decisioni di politica monetaria all'economia, potrebbe spingere l'inflazione piú in basso rispetto a quanto abbiamo visto nella storia, pertanto la dinamica inflattiva in Europa non é del tutto sotto controllo. Staremo a vedere nel corso dei prossimi mesi anche l'evoluzione del tasso di disoccupazione che al momento non ha visto alcun segno di reazione rispetto a tassi e inflazione.
Grafico con Tassi di Interesse MRO al di sopra e Inflazione Europa al di sotto - Fonte: Tradingview - Studio di David Pascucci
DATI DEL MERCATO DEL LAVORO
Oggi i primi dati del mercato del lavoro, le posizioni aperte e i rapporti di lavoro cessati Jolts, un dato che potremmo definire un antipasto del dato che uscirá venerdí, un tasso di disoccupazione previsto stabile al 4,2% e che di fatto lascia perplessi coloro che vedono un mercato del lavoro Usa in netto deterioramento rispetto a quanto dice Jerome Powell, il quale vede un'economia solida e senza particolari critcitá. Posizioni aperte in diminuzione, cosí come i rapporti di lavoro cessati, un dato che uscirá a cash americano aperto, precisamente alle 16:00.
CHIUSURE TECNICHE DA ATTENZIONARE
Attenzione alla chiusura mensile del Nikkei che é stata negativa, cosí come quella del nostro Ftse Mib. L'indice giapponese in particolare presenta una dinamica tecnica dove la chiusura é stata al di sotto dei livelli massimi di febbraio, una condizione tecnica tutt'altro che rialzista nel lungo periodo e che, accompagnata dall'alta volatilitá vista ad agosto, potrebbe far partire ulteriori scossoni ribassisti su tutti i mercati globali. Anche il Ftse Mib non vede una buona chiusura, anch'essa al di sotto dei massimi dei mesi precedenti e che di fatto non sottende un trend rialzista forte come vediamo ad esempio in Usa o addirittura nella debole economica tedesca rappresentata dal Dax, indice sui massimi storici in maniera quasi inspiegabile.
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