Il VIX ai minimi di 1 mese: volatilità implicita -32% 📉

14:26 25 marzo 2025

I futures sul CBOE VIX Volatility Index (VIX) scendono dello 0,5% oggi, toccando livelli visti l'ultima volta il 27 febbraio.

Nelle ultime due settimane, i trader e le istituzioni che si coprono dalla volatilità del mercato azionario USA hanno subito forti pressioni. Oggi, US500 e US100 guadagnano quasi lo 0,4%.

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Il calo del VIX non si è accelerato dopo la scadenza di opzioni e futures di venerdì (Triple Witching Day), ma dal 11 marzo a oggi la flessione è di quasi 32% (da 26,5 a 17,88). Attualmente, la domanda di copertura – dopo i più forti cali azionari degli ultimi trimestri – sembra diminuire, lasciando spazio a un trend rialzista. Questo è supportato da fattori come il possibile allentamento delle tariffe commerciali USA, dati sull’inflazione più contenuti e la posizione della Fed, che da agosto potrebbe ridurre il Quantitative Tightening (QT).

Gli indici azionari USA hanno recuperato parte delle perdite recenti:

  • Nasdaq 100 è ancora in calo del 3,5% da inizio anno

  • S&P 500 ha perso meno dell’1,8% YTD

Entrambi i benchmark erano entrati in territorio di correzione tecnica, avendo perso quasi il 10% dai massimi. Se non emergeranno nuove preoccupazioni, il VIX potrebbe subire un’ulteriore compressione, con una volatilità implicita in calo prima di un possibile rimbalzo.

Tuttavia, un potenziale catalizzatore di rinnovata incertezza potrebbe essere l’aumento delle tensioni con l’Iran, che potrebbe far salire i prezzi del petrolio e peggiorare le aspettative d’inflazione. Oggi sono iniziate le discussioni tra funzionari israeliani e statunitensi. Israele ritiene che le sanzioni economiche non saranno sufficienti a fermare il programma nucleare di Teheran e ha convinto l’ex Presidente Trump a fissare una scadenza di due mesi per la firma di un accordo. Dopo tale data (inizio maggio), non si possono escludere azioni militari da parte di USA e Israele.

Nel frattempo, il mercato attende anche nuove trimestrali delle principali aziende statunitensi.

Fonte: xStation5

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