Nuovi massimi storici prima della FED
Vince Trump, è il nuovo presidente degli Stati Uniti e i mercati americani festeggiano l'arrivo del nuovo Presidente. Nella notte vengono comprati dollari, portando al conseguente crollo dell'euro, della sterlina e dello yen giapponese. Anche i mercati asiatici, guidati essenzialmente dal Giappone, si portano su livelli più alti con forti rialzi, in linea con quanto abbiamo visto sui futures americani che di fatto spingono i mercati azionari globali verso un rialzo almeno fino all'apertura del mercato europeo. Per quanto riguarda l'Asia fa eccezione la Cina che, come di consueto, sembra non seguire il trend degli altri mercati azionari globali e arriva a perdere oltre il -1,5%, ribasso probabilmente associati ai possibili futuri dazi associati al nuovo presidente degli States.
I MERCATI DURANTE LE ELEZIONI
I mercati europei reagiscono nella mattinata inizialmente con dei rialzi consistenti per poi vedere un ribasso generalizzato nel corso della giornata, quando Dax e Ftse Mib hanno iniziato a girarsi in negativo chiudendo rispettivamente a -1,14% e -1,53%. Successivamente anche il francese Cac40 (-0,51%) e lo spagnolo Ibex (-2,90%) girano in negativo, movimento che si associa momentaneamente al forte ribasso dell'euro, in caduta libera dopo gli acquisiti di dollari avvenuti nella notte e proseguiti per tutta la giornata e che hanno portato il cambio sotto 1,0750.
A chiusura mercati europei, vediamo dei mercati negativi, tranne ovviamente per i mercati azionari americani che sfoggiano performance di rilievo con tendenze marcatamente rialziste. Ricordiamo però che domani abbiamo le decisioni di due banche centrali importantissime, ossia la Bank of England che molto probabilmente taglierà i tassi di interesse, così come in serata avremo la Federal Reserve che probabilmente taglierà i tassi di interesse di uno 0,25% in linea con quanto si aspettano gli operatori professionali del Cme.
Le obbligazioni americane vedono i rendimenti in decollo in questo scenario propenso al rischio, pertanto il decennale americano arriva a toccare il 4,48% di rendimento, mentre il titolo a 2 anni, il cui rendimento è fortemente legato all'andamento dei tassi di interesse, si trova al 4,31% di rendimento, lasciando il differenziale di rendimento tra le due scadenze a oltre 15 punti base. La situazione attuale dei titoli di Stato risulta anomala in quanto, per via delle aspettative di tagli dei tassi da parte della Fed, vediamo dei rendimenti che risultano particolarmente generosi rispetto a quanto ci si può aspettare da un titolo i cui tassi di riferimento potrebbero essere tagliati a breve.
EFFETTI POSITIVI DI TRUMP
L'elezione di Trump ha avuto un effetto molto positivo sulle small cap con il Russell 2000 che sfoggia una performance di assoluto rilievo, parliamo di un rialzo compreso tra il 4% e il 5%, andando a rompere i massimi conseguiti nell'anno in corso. Effetto molto positivo anche per Bitcoin che rompe i suoi massimi storici nel corso della nottata andando a toccare i 75200, un nuovo record per la cryptovaluta associata positivamente a Donald Trump.
Elon Musk, noto sostenitore di Trump, festeggia il nuovo presidnete e al contempo la performance strabiliante di Tesla che registra una perfomance di circa il 14% portandosi in area 290 dollari per azione, al momento la performance più significativa tra le aziende ad alta capitalizzazione americane. Effetto positivo anche per Trump Media, il titolo DJT che inizialmente festeggia con una performance di oltre il 30%, smorzata nel corso della giornata con un ritorno ad un più “contenuto” +9% dopo la chiusura dei mercati europei.
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