Le azioni cinesi affrontano una crescente pressione poiché le ultime promesse economiche di Pechino deludono le aspettative dei mercati, mentre la minaccia di nuove tensioni commerciali con gli Stati Uniti getta un'ombra sulle prospettive per il 2025. Il cambiamento di politica verso una crescita trainata dai consumi e un approccio monetario più flessibile non ha ancora convinto gli investitori, con i rendimenti obbligazionari che raggiungono minimi storici a causa delle persistenti preoccupazioni sulla deflazione.
Statistiche Chiave di Mercato:
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Registrati per un conto reale PROVA UNA DEMO Scarica la app mobile Scarica la app mobile- I rendimenti dei titoli di Stato cinesi a 10 anni toccano un minimo storico dell'1,77%, in calo di 5 punti base.
- Lo yuan è previsto indebolirsi a 7,37-7,50 per dollaro nel 2025.
- L'obiettivo del deficit fiscale è stimato in espansione al 4-4,5% del PIL.
Il CHN.cash è diminuito mentre i mercati hanno elaborato i risultati della Conferenza Centrale sul Lavoro Economico (CEWC) della Cina, che ha dato priorità alla crescita dei consumi ma non ha introdotto il pacchetto di stimoli aggressivi atteso da molti investitori. Sebbene le autorità abbiano promesso di rafforzare la domanda interna e segnalato un aumento della spesa pubblica, l'assenza di misure concrete ha lasciato i mercati dubbiosi sull'impegno di Pechino verso riforme significative.
Rendimenti delle obbligazioni a 10 anni. Fonte: Bloomberg
Cambio di politica vs realtà di mercato
I mercati obbligazionari dipingono un quadro particolarmente preoccupante, con il rendimento di riferimento a 10 anni che scende sotto l'1,8% per la prima volta nella storia. Questo calo persistente dei rendimenti, nonostante le promesse di un aumento della spesa fiscale, riflette preoccupazioni profonde sulla traiettoria di crescita della Cina e sui rischi di deflazione.
L'enfasi della conferenza sull’"incremento vigoroso dei consumi" segna solo la seconda volta in un decennio in cui la domanda interna assume la massima priorità, segnalando una crescente consapevolezza degli squilibri strutturali dell'economia. Tuttavia, gli analisti rimangono scettici sull'attuazione, con il Macquarie Group che osserva come un sostegno diretto ai consumatori appaia improbabile.
Tensioni commerciali e strategia valutaria
Guardando avanti, lo spettro di nuove tensioni commerciali con gli Stati Uniti pesa fortemente sugli asset cinesi. Secondo i rapporti, Pechino potrebbe consentire un indebolimento dello yuan nel 2025 come cuscinetto contro possibili tariffe risalenti all'era Trump, inclusa una minaccia di dazio universale del 10% e una tassa del 60% sulle importazioni cinesi. Gli strateghi valutari prevedono che lo yuan possa deprezzarsi fino a 7,37-7,50 per dollaro, rappresentando un cambiamento significativo nella tradizionalmente rigida gestione del tasso di cambio da parte della Cina.
CHN.cash (Intervallo D1)
L’indice HSCEI, rappresentato dal CHN.cash, sta oscillando tra i livelli di ritracciamento di Fibonacci del 23,6% e del 38,2%. La media mobile semplice (SMA) a 50 giorni potrebbe fungere da supporto o resistenza, a seconda della direzione del prezzo nei prossimi movimenti.
Per i ribassisti, l’obiettivo chiave è un movimento verso i minimi di fine novembre, seguito da un possibile test della SMA a 200 giorni a quota 6.485. Per i rialzisti, invece, l’obiettivo sarà superare il livello di ritracciamento di Fibonacci del 38,2% e puntare ai massimi di inizio dicembre.
L'RSI si sta consolidando nella zona neutrale, indicando una mancanza di forte momentum, mentre il MACD si sta stringendo, segnalando la possibilità di una rottura in entrambe le direzioni. Questi indicatori tecnici suggeriscono un momento cruciale per l'indice.
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