SNB TAGLIA I TASSI E RIVEDE LE STIME DI INFLAZIONE
Ieri la Swiss National Bank taglia i tassi da 1,25% a 1%, una mossa giá messa in conto dal mercato e che di fatto vuole portare un po' di inflazione in Svizzera che é lontata dal target del 2% in quanto la sua inflazione é al 1,1%. La SNB taglia di netto le stime che aveva pubblicato a giugno per quanto riguarda l'adnamento dei prezzi e prevede un'inflazione in calo per il prossimo anno, una condizione insolita per un'economia che taglia i tassi per portare ad un rialzo dei prezzi. Probabilmente il tutto é dovuto ad un calo interno della domanda che non riesce a spingere i prezzi verso l'alto, in pratica si ammette una sorta di rallentamento o stagnazione dell'economia elvetica.
PIL USA CONFERMATO AL 3%
Pil Usa confermato al 3%, in linea con le letture preliminari precedenti e che di fatto conferma la narrativa dell'economia forte e resiliente promossa da Powell. Le contraddizioni circa l'andamento economico sono palesi e sono dimostrate dai dati e dai fatti. In primis il taglio dei tassi aggressivo, una mossa insolita per un'economia forte e che continua a a rimanere su livelli alti di produttivitá, una mossa che storicamente é stata fatta quando le prospettive sull'economia erano tutt'altro che rosee. In effetti le prospettive non sono buone in quanto il mercato del lavoro sta rallentando in maniera palese e sia la Sahm Rule che il tasso di disoccupazione sono statisticamente pronti a vedere un peggioramento che ha sempre coinciso con una recessione. "Questa volta é diverso", questo é quanto viene solitamente detto, il problema é che questa frase avrá validitá nel momento in cui inizieremo a vedere una sterzata importante sul mercato del lavoro, evento che al momento sembra tutt'altro che plausibile visti i numeri attuali.
I DATI DI OGGI
In primis uscirá un dato che riguarda proprio l'Euiropa, o meglio, la Germania con il suo tasso di disoccupazione previsto stabile al 6%. Questo dato é molto importante in quanto potrebbe essere il driver per un futuro aumento del tasso di disoccupazione in tutta Europa ma al momento le stime vedono una disoccupazione stabilmente bassa per la locomotiva europea. Oggi pomeriggio sará la volta del PCE Usa, ossia l'inflazione legata alle spese personali in Usa. Questo dato é previsto in leggero calo dal 2,5% al 2,3%, un calo dovuto essenzialmente al peggioramento della situazione economica Usa per via dell'impatto dei tassi tenuti alti per troppo tempo.
MERCATI SLEGATI
Il mercato obbligazionario continua a tenere il suo trend rialzista, obbligazioni comprate e normalizzazione della curva dei rendimenti in Usa, tutti movimenti che dovrebbero portare i mercati azionari ad una pausa di riflessione. Petrolio di nuovo sui minimi e che continua a scendere, segno del fatto che la domanda globale sta diminuendo cosí come storicamente dimostrato dal passato. Oro spinge ancora sui massimi con una dinamica tecnica che sembra non voler ammettere pause, a seguire anche l'argento. Dax, con un'economia in palese rallentamento, sfonda i massimi storici dopo gli stimoli cinesi mentre altri indici come Nikkei, Ftse Mib, Nasdaq, Russell, rimangono ancora sotto i massimi dei mesi precedenti o al di sotto dei massimi storici. Questa condizione non puó durare a lungo e i prossimi dati sul tasso di disoccupazione potrebbero essere determinanti. Ricordiamo l'importanza del tasso di disoccupazione Usa come market mover, prima ancora dell'inflazione. A conferma di ció le stime sui tassi Fed che vedono un calo compreso tra 0,75% e 1% per la riunione di politica monetaria di dicembre, cambiano le aspettative in peggio ma la narrativa ottimista non cambia.
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