Dollaro forte prima dell'Inflazione
Mercati americani che rimangono di fatto sui massimi nel giorno dei Veterani, festivitá che ha visto la chiusura dei soli mercati obbligazionari. I mercati azionari stamani si svegliano con il Nikkei che ha confermato la vendita dei massimi delle scorse settimane e dei mesi di settembre e ottobre, confermando quindi la debolezza strutturale che lo vedrebbe di nuovo andare verso il basso nel corso delle prossime settimane. Bitcoin ieri avanza fino ad arrivare a 89500 dollari in una salita che sembra essere senza fine, mentre forti ribassi si vedono per l'oro che si riporta a ridosso dei minimi visti nel mese di ottobre e che di fatto potrebbero fare da supporto nel corso delle prossime giornate. Dollaro ancora forte, mette pressione a euro, sterlina e yen.DOMANI INFLAZIONE USA. POI LE RICHIESTE DI SUSSIDI DI DISOCCUPAZIONE
I mercati sono di fatto concentrati sui dati in uscita nella giornata di domani riguardo l'inflazione in Usa, un dato previsto in leggero rialzo che potrebbe teoricamente porre un freno al ciclo di taglio dei tassi da parte della Fed. Il problema di questa teoria é che bisogna fare i conti con i dati occupazionali, quelli ancor piú importanti rispetto a quello dell'inflazione in quanto determinanti anche per l'andamento di quest'ultimo. Un aumento dei disoccupati in Usa, porterebbe inevitabilmente ad un calo dell'inflazione, o meglio, ad una sua "non accelerazione al rialzo", questo potrebbe quindi portare la Fed a proseguire la politica dei tagli dei tassi, eventualitá molto probabile visti gli ultimi numeri provenienti dal mercato del lavoro. Domani prevista Inflazione Usa passare dal 2,4% al 2,6%, un eventuale dato debole, ossia inflazione che non sale come previsto, oppure che conferma il dato attuale, peggio ancora un dato al di sotto del dato di partenza, sarebbe la conferma di come l'economia Usa sia in realtá in una situazione ben diversa rispetto allo "strong & resilient" promosso da Powell. Giovedí le richieste iniziali e continue di sussidi di disoccupazione che sono previste al rialzo a 1895k contro gli attuale 1892k, record dell'anno e dato peggiore dal 2018 (escludendo la pandemia). L'attenzione sul dato dell'inflazione é sicuramente alta ma l'importanza dei dati sulle richieste é sicuramente maggiore nel momento in cui ci si attendono aggiornamenti importanti sul dato dell'occupazione, dato in uscita il prossimo 6 dicembre.
NIKKEI VENDE I MASSIMI. BITCOIN ALLE STELLE E DOLLARO FORTE
Di nuovo Nikkei che vende massimi, quelli delle scorse settimane e quelli relativi ai mesi di settembre e ottobre. Un indice che non vuole assolutamente saperne di salire, cosí come di fatto stanno facendo gli europei che non riescono ad allungare al rialzo in modo significativo, soprattutto se messi a confronto con gli americani che invece spingono le loro quotazioni su massimi che potremmo definire preoccupanti. Nikkei conferma quindi la debolezza sui massimi, il Giappone vende anche se non vediamo ancora forti movimenti ribassisti a conferma di un trend negativo, Bitcoin, emblema del rischio sui mercati, arriva a toccare gli 89500 dollari, segue perfettamente gli indici americani. Si compra rischio in Usa ma allo stesso tempo di compra dollaro che spinge le quotazioni di EurUsd verso gli abissi a 1,0630. GbpUsd raggiunge i minimi in area 1,2820 mentre UsdJpy rimane ancora sui 154. Situazione che ha bisogno di un punto di svolta, altrimenti vedremo un'egemonia degli Usa a livello di mercati globali, una situazione del tutto anomala considerando la concentrazione di capitalizzazione sui titoli singoli (vedi Nvidia), oppure il rapporto tra capitalizzazione totale e Pil Usa. Capitolo a parte quello del rapporto prezzo/utili, livelli visti solamente a ridosso dello scoppio della bolla delle dotcom o a ridosso dello scoppio della crisi dei mutui subprime. Al momento la situazione é delicata, gli sbilanciamenti sul rischio sono evidenti.
CROLLO ORO
Oro "crolla" e si riporta a ridosso dei minimi del mese di ottobre rompendoli al ribasso di poco. Al momento la situazione sull'oro é particolarmente complessa a livello tecnico in quanto il suo trend e ancora di fatto rialzista e per invertire le tendenze primarie l'oro ha avuto sempre bisogno di molto tempo. Razionalmente potremmo attenderci una reazione dai minimi di ottobre, oppure da livelli ancor piú bassi come i massimi di agosto in area 2550 dollari, livelli ancora relativamente lontani dalle quotazioni attuali che gravitano attorno ai 2605 dollari l'oncia. Al momento quindi il focus é sul dollaro che risulta particolarmente forte e la cui ipotetica fase di debolezza futura potrebbe incidere in modo significativo sull'andamento dell'oro, per lo meno nel breve termine.
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